In altri Paesi si fanno da anni, le capacità di autocritica e morale sono fondamentali e così riusciamo a valorizzarle
Adnkronos – Il test psicoattitudinale per entrare in magistratura, che ha avuto il via libera del Governo, “è lo stesso usato in tanti settori, dai piloti d’aereo alle forze dell’ordine e ai militari, ma anche nelle aziende. E’ una valutazione delle capacità decisionali, di adattamento, di pianificazione, di organizzazione, di socializzazione, di resistenza agli stress collegati e anche di autoriflessione. Competenze che hanno a che fare con l’altro e sono importanti per chi nel lavoro ha un’interazione o una relazione con l’altro. Le risposte ci danno un orientamento e comprendiamo meglio la personalità di una persona dalla quale ci aspettiamo l’eccellenza, dal pilota al magistrato appunto, che deve comprendere la preparazione sulla materia, ma anche l’inserimento in un contesto e le capacità di autocritica e morali”. Lo spiega all’Adnkronos Salute lo psichiatra Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia.
Il modello per la prova psicoattitudinale dovrebbero essere i cosiddetti test ‘Minnesota’, che valutano la personalità dei candidati. L’esame prende il nome dall’università del Minnesota, Usa, dove è stato inventato nel 1942 dallo psicologo Starke R. Hathaway e dal neuropsichiatra J. C. McKinley. “In 600 domande circa – illustra Mencacci – il candidato deve rispondere ‘falso’ o ‘vero’, o ‘prevalentemente vero’ o ‘prevalentemente falso’. Così si riesce a capire, anche se non con la certezza assoluta, se un candidato cerca di camuffarsi e nascondersi e se lo fa consapevole della cosa o no”, analizza il direttore emerito di Psichiatria dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Ogni step del test Minnesota fa riferimento ad una scala con dei punteggi, per un totale di 13 scale che esplorano la personalità in ogni aspetto. “In tanti Paesi i magistrati sono sottoposti a questi test – ricorda Mencacci – Sono presenti già in realtà come la Francia, l’Olanda e in Germania”.
Dai piloti o dai poliziotti, aggiunge lo specialista, “mi aspetto una preparazione di altissimo livello e che, proprio per questo, abbiano analoghe caratteristiche anche da un punto di vista emotivo e umano. Questo discorso vale anche per chi deve esercitare la giustizia. Quindi – conclude Mencacci – i test andrebbero visti come un miglioramento sia per quanto riguarda la formazione e la competenza sia per l’equilibrio, cosa indispensabile in una professione di questo genere”.