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Blue monday, ecco il giorno più triste dell'anno: cos'è, quando arriva e perché. Gli psichiatri: «Mix depressivo reale»

Lunedì 16 gennaio è il cosiddetto ‘blue monday’, il giorno più triste dell’anno. Il co-presidente Claudio Mencacci, intervistato dal Raffaella Ammirati dell’agenzia ADN Kronos, ha rilasciato un’intervista sul tema, ripreso anche da alcune testate nazionali, tra cui il quotidiano Leggo.

Blue Monday, in arrivo il prossimo lunedì 16 gennaio, il “giorno più triste dell’anno”. Questa definizione è stata elaborata da un’equazione fatta nel 2005 dal Dottor Cliff Arnal. Qualcosa di reale e tangibile rimane nella tristezza che coglie dopo la chiusura delle festività natalizie: si torna al lavoro ma soprattutto l’orizzonte delle prossime vacanze appare molto lontano.

Richiesta di psicologi, in aumento nel 2023

L’andamento delle richieste di psicologi nel mese di gennaio è impennato, infatti, gli analisti hanno rilevato che la settimana del Blue Monday, in alcuni casi, supera di oltre 10 punti percentuali le ricerche di psicologi effettuate nei primi sette giorni dell’anno. Nel gennaio 2023, per esempio, le richieste avvenute in concomitanza del “lunedì triste” hanno raggiunto il picco massimo del mese, pari al 28%, contro il 17% della prima settimana e una media mensile del 20%. Un andamento simile è stato registrato nel 2022, nel 2021 e nel 2020, dove nella settimana del Blue Monday si sono concentrate rispettivamente il 24%, il 22% e il 25% delle richieste, contro una media mensile che si è attestata sempre intorno al 20%.

Si registra un’impennata nella domanda di psicologi rispetto agli altri periodi dell’anno. Nel 2023, infatti, nel primo mese, le richieste hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%. A rompere il tabù è la Gen Z visto che il 44% di chi cerca uno psicologo ha tra i 19 e i 25 anni. Analizzando il comportamento delle varie fasce d’età, gli analisti hanno notato che a cercare il supporto di uno psicologo, nel 2023, sono stati soprattutto i ragazzi maggiorenni sotto i 25 anni (44%), una generazione che mostra un costante e crescente interesse per il benessere mentale e registra infatti la più elevata percentuale di crescita rispetto all’anno precedente nella domanda per servizi di questo tipo: +6% rispetto alle altre fasce d’età.

Stress e attacchi di panico, i problemi più comuni

I dati raccolti da ProntoPro lo confermano: considerando tutte le richieste di supporto psicologico registrate dal portale, oltre il 60% di chi è alla ricerca del servizio lo fa per problemi legati ad ansia, stress, attacchi di panico e paure, un bisogno cresciuto del 5% rispetto al 2022. Parallelamente, tra le motivazioni più comuni per rivolgersi a uno specialista ci sono anche i problemi di personalità, come la bassa autostima o la rabbia, che interessano il 50% dei richiedenti. Più basso, invece, secondo l’Oms il numero di utenti che chiede un consulto per problemi relazionali (32%), depressione (29%), traumi (20%), problemi sessuali o di coppia (18%), disturbi alimentari (12%) o dipendenze (7%). Il 26% degli utenti è infine alla ricerca di una consulenza generica.

Fascia 10-18 per disturbi alimentari, over 50 per depressione

Le fasce d’età mostrano alcune specificità. Per esempio, gli analisti di ProntoPro hanno indicato che i ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli che più degli altri ricorrono alla terapia per disturbi alimentari (un’esigenza espressa dal 16% di loro, ben 4 punti percentuali in più rispetto al 12% della media nazionale di chi è alla ricerca di supporto psicologico); tra i 26 e i 35 anni, invece, si va in terapia, più delle altre fasce d’età, per dipendenze (10%) ma anche per problemi relazionali (33%), quest’ultimo dato è superiore solo nella fascia 19-25. Fra i 36-50 anni si trova la percentuale più alta di ricerca di supporto per problemi di coppia (27% delle richieste, contro la media nazionale del 18%). Alla ricerca di una consulenza generalizzata sono invece soprattutto i genitori preoccupati per i bambini sotto i 10 anni, mentre le richieste per depressione arrivano in particolare dagli over 50.

Mencacci: «La depressione insieme ad altre patologie psichiche ha un andamento stagionale»

Lo psichiatra Claudio Mencacci, presidente della società italiana di psichiatria ha rilasciato queste dichiarazioni: «Non avrà basi scientifiche certe ma il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, che cade il terzo lunedì di gennaio, quest’anno il 16 del mese, ha le “carte in regola” per favorire la tristezza, con un mix di elementi depressivi reali, non solo legati al post feste». «Gli elementi concreti ci sono, c’è una base biologica molto importante legata alla luce, alle temperature e al fatto che la depressione insieme ad altre patologie psichiche ha un andamento stagionale». «Gli elementi biologici che supportano la scelta del Blue Monday, sono legati fondamentalmente all’alternanza giorno-notte, quindi alla quantità di luce alla quale siamo esposti biologicamente. Nell’emisfero boreale siamo nel periodo in cui il fotoperiodo, ovvero la durata dell’illuminazione giornaliera, è più basso, quindi la quantità e la durata della luce a cui siamo esposti è minore. Questi ‘ritmi luce/oscurità sono importanti per ogni essere vivente e lo sono per l’equilibrio della nostra psiche».