Il presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia sulle parole del cantante sui problemi di salute fisica e psicologica: “Serve una mano da tutti per ridurre lo stigma. E le istituzioni prestino ascolto. I disturbi mentali sono in aumento e l’Italia investe troppo poco”. Articolo pubblicato su Huffington Post Italia.
“Fedez? Dobbiamo dirgli grazie. Con la sua testimonianza sta contribuendo alla sensibilizzazione rispetto ai temi della salute mentale. Non dobbiamo dimenticare che una persona su otto a livello globale soffre di disturbi mentali: si tratta di cifre che troppo spesso non vengono tenute in considerazione, nemmeno nei Paesi più sviluppati come il nostro”. A dirlo a Huffpost è Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia e past president della Società Italiana di Psichiatria.
Le parole dell’esperto arrivano a commento dell’intervista rilasciata dal rapper al Corriere della Sera, all’indomani delle dimissioni dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano dove era stato ricoverato d’urgenza per gli interventi necessari a risolvere l’emorragia e i problemi causati da ben due ulcere. Ancora convalescente, Fedez ha mostrato la volontà di condividere la propria esperienza per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto all’importanza di alcune pratiche fondamentali, come la donazione di sangue e la cura della salute mentale. Ha parlato di depressione, senza filtri. Ha confessato di soffrirne e che per questo si sta curando.
Tutto è iniziato con la scoperta del tumore al pancreas, anche se il cantante sottolinea di avere avuto “altri problemi di salute quest’estate, tanto da aver perso molti chili negli ultimi mesi”. Si tratta, spiega, di malattie o disturbi “di origine psicosomatica. Prima il fuoco di Sant’Antonio, poi forti gastriti da stress. Insomma, un generale stato di salute molto debilitato dallo stress”. Perché lo stress, sottolinea, “è una condizione non legata alla propria classe sociale o al denaro. Il fatto di essere ricchi non ci rende immuni da paure o stress emotivi. Nel mio caso aver avuto una diagnosi di tumore al pancreas a 33 anni è la ragione preponderante. Che poi, a pensarci bene, le malattie sono come la livella di Totò: non guardano in faccia a nessuno, e portano con sé ricadute anche sulla salute mentale che possono essere davvero importanti”. D’altronde, ricorda Mencacci, “negli ultimi vent’anni le malattie cardiache sono diminuite grazie a efficaci strategie di prevenzione, ma lo stesso non si può dire della depressione. Gli sforzi volti a ridurre lo stigma e aumentare la conoscenza su questa patologia sono fondamentali. È cruciale che figure pubbliche come Fedez, che hanno un grande seguito, comunichino e sensibilizzino in modo corretto su questo argomento. Dobbiamo evitare di trattare i disturbi mentali in modo superficiale; essi non sono semplici disagi, ma veri e propri disturbi che richiedono cure adeguate. Hanno un impatto significativo sulla qualità della vita, sia dal punto di vista psicologico che fisico”.
Salute mentale e fisica, dunque, sono strettamente connesse: lo dimostra l’esperienza dello stesso rapper che, dopo il tumore, ha attraversato una depressione acuta. Lo psichiatra spiega che “la comorbidità tra disturbi mentali e le patologie fisiche – come le malattie cardiache, metaboliche, immunologiche, reumatiche e oncologiche – è molto significativa. Ad esempio, la depressione può essere uno dei primi sintomi del cancro al pancreas, addirittura prima che arrivi la diagnosi. Pertanto, è fondamentale che Fedez, con umanità e consapevolezza, abbia messo in luce l’importanza di prendersi cura sia della salute fisica che mentale, rivolgendosi a professionisti competenti anziché adottando approcci folcloristici”.
Del supporto specialistico il cantante ha avuto assoluto bisogno, quando la sua depressione acuta è sfociata in attacco ipomaniacale. “Significa che arrivi completamente a perdere la lucidità – racconta –. Dunque per curarmi ho iniziato ad assumere degli psicofarmaci, che però talvolta non sono privi di effetti collaterali. Allora per curare gli effetti collaterali di un farmaco ti prescrivono un altro farmaco, e così via. Il risultato è stato che balbettavo, tremavo, non riuscivo più a pensare lucidamente. Sono arrivato a un punto in cui ho dovuto smettere tutto di botto, avendo una cosa che si chiama effetto rebound. È tosta. Quando si deve affrontare uno stato depressivo, e la tua mente si è abituata a un sostegno farmacologico, se non ha più quel farmaco lo stato depressivo si acuisce”. E oggi? “Sono seguito da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta. Ho provato tantissime cose per star meglio, anche le stimolazioni transcraniche. Sono scosse elettromagnetiche al cervello”. Mencacci spiega che Fedez, menzionando l’uso di farmaci e trattamenti somatici associati alla psicoterapia, “ha avuto l’intelligenza di ricordare che condizioni come la depressione vanno curate attraverso un approccio integrato, gestendo i trattamenti in modo competente”.
La speranza dell’esperto è che le parole del cantante, oltre a trovare risonanza sui media e attraverso i social, “vengano ascoltate anche dalle istituzioni. È preoccupante notare che il settore della salute mentale in Italia riceva solo poco più del 3,5% dei finanziamenti, mentre in alcuni Paesi europei si investe fino al 10%. Il problema va affrontato con urgenza: i disturbi mentali, soprattutto tra gli adolescenti e le donne, sono in aumento del 25%. Dobbiamo adottare interventi radicali e mantenere il tema della salute mentale al centro delle nostre preoccupazioni per il bene delle future generazioni”.
Articolo di Adalgisa Marrocco – 7 ottobre 2023