Siamo iperprotettivi, troppo presenti. Eppure anche assenti, distratti, presi da mille notifiche.
Succede così che il nostro sguardo si perda in uno schermo, mentre un bambino esce dal nostro campo visivo — proprio quando avrebbe più bisogno di esserci, visti, riconosciuti.
Secondo Claudio Mencacci, psichiatra e Presidente SINPF, i figli di genitori iperconnessi rischiano un aumento dei disturbi d’ansia, iperattività, depressione. Un recente studio dell’Università di Pavia parla di tecnoferenza: l’interferenza delle tecnologie nelle relazioni affettive, anche nei primissimi mesi di vita. Interruzioni continue che alterano lo scambio emotivo, generano stress e disconnessione profonda.
Quando un bambino si sente invisibile, quel vuoto può diventare abisso. Non si tratta solo di “dire no” al cellulare, ma di restare presenti. Con lo sguardo, con il corpo, con la mente.
𝐍𝐨𝐢, 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐢𝐦𝐛𝐚𝐦𝐛𝐨𝐥𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐦𝐚𝐫𝐭𝐩𝐡𝐨𝐧𝐞
🔗 Leggi l’articolo completo Corriere della Sera – link articolo Silvia Avallone: Clicca qui