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Il Sole 24 ore - Depressione al femminile, 2 milioni di donne colpite in Italia. Il punto in un convegno l’8 marzo a Milano

Oggi l’aumento dei casi di malattie psichiche, soprattutto depressione, che si è visto nel post Covid si è fermato, ma non accenna ancora a diminuire, così come si aggravano i casi di isolamento sociale e solitudine. Questi sono fattori di alto rischio depressivo (1 caso su 5, secondo uno studio su Lancet) e di aumentata mortalità cardiovascolare (del 32% secondo una recentissima metanalisi pubblicata su Jama), soprattutto nelle donne. Insomma, si pensava solo a un ‘picco’ momentaneo di casi di depressione dovuto alle condizioni causate dalla pandemia, mentre anche nel 2023 i numeri confermano i 3 milioni di casi, e di questi 2 milioni riguardano prevalentemente le donne, adolescenti e adulte. Per questo Fondazione Onda e Sinpf hanno deciso di organizzare proprio l’8 marzo, la Festa della Donna, a Milano, un convegno su questi temi: “Donne e salute mentale, i disturbi più comuni nell’era dell’imprevedibilità”.

L’obiettivo di questo incontro, dedicato ai medici e agli specialisti, e realizzato grazie al contributo non condizionante di Viatris, è proprio tenere acceso il faro su ansia, depressione, disturbo bipolare, insonnia: tutte quelle problematiche di salute mentale che sappiamo riguardare prevalentemente l’universo femminile. Sappiamo che le origini della depressione femminile in particolare sono complesse e multifattoriali: aldilà di una componente genetica, rivestono un ruolo importante gli ormoni femminili. Le donne, inoltre, tendono anche a vivere con maggior coinvolgimento e più alta risonanza emotiva le relazioni sociali e affettive e ciò le rende più vulnerabili. A questo si aggiunga il ruolo multitasking della donna, oltre a fattori di rischio quali la violenza fisica e psicologica che la espongono pesantemente, soprattutto in particolari fasi della vita. Senza contare il problema della comorbilità con malattie metaboliche e cardiovascolari. Sappiamo ad esempio, che nei pazienti con depressione, il diabete è 5 volte più frequente, la coronaropatia ischemica e le malattie articolari sono circa il doppio, le malattie respiratorie sono 4 volte più frequenti e, dopo i 55 anni, la mortalità è circa 4 volte superiore a quella della popolazione generale. Problematiche che richiedono un approccio integrato che affronti entrambe le condizioni attraverso trattamenti compatibili e prescritti in sinergia con i colleghi che si occupano dell’altra malattia.

Anche l’insonnia è tra le condizioni associate alla depressione. Nella sua forma cronica (che coinvolge circa il 10% della popolazione) interessa con un’incidenza più che doppia il sesso femminile nell’ arco della vita. A partire dal periodo puberale gli ormoni femminili tendono a superficializzare il sonno, a diminuirne la pressione verso il sonno e aumentare quella per la veglia. Valutare e trattare l’insonnia nel sesso femminile è quindi di particolare importanza.