Benvenuti in SINPF. Per richiedere informazioni contattaci:
+39 (06) 876 781 54
segreteriasinpf@morecomunicazione.it

Incontro Trump/Von Der Leyer – Mencacci «II linguaggio del corpo? Uno scontro tra opposti»

«A me Von Der Leyen invece è piaciuta».

Ma come professor Claudio Mencacci, past president della società italiana di psichiatria: Judy James, esperta di linguaggio del corpo, sul «Mirror» ha definito fallimentare la gestione comportamentale di Ursula e lei la promuove?

«Non solo la promuovo. Sono rimasto anzi molto colpito dalle capacità espresse in questa occasione. Ha mantenuto una linea educata e gentile. Ho visto alcuni spezzoni del vertice e ne ho tratto una buona impressione sulla modalità con cui la presidente europea l’ha affrontato. Mi sono sentito ben rappresentato da lei e mi è parsa tutt’altro che debole».

Non è stato un errore apparire così remissiva, le mani poggiate sul grembo?

«Essere gentili non significa essere perdenti e sottomessi. E uno stile. Inoltre, pensiamo alla difficoltà rappresentata dalla sede dell’incontro».

Quali difficoltà? È normale per un leader giocare fuori casa.

«Sì, ma la partita si è giocata in Scozia sul terreno familiare a Trump in virtù delle origini della madre che emigrò negli Usa con poche decine di dollari. Il figlio ha voluto restituire un’immagine di forza e controllo del territorio, il suo, un resort di golf».

Con la forza si vince?

«Trump ha sempre un atteggiamento dominante sul piano della postura, con quelle gambe divaricate e lo sguardo duro, impenetrabile. Noi da europei lo giudicheremmo scomposto. Anche la sua stretta di mano è un voler trascinare l’avversario dalla sua parte, Von Der Leyen si aspettava il baciamano e invece si è sentita tirare in avanti».

Sul «Mirror» l’hanno criticata per la tattica dell’opossum, che quando subisce si finge morto.

«Parliamo di una donna di tradizioni aristocratiche. Il suo sguardo non era distaccato ma concentrato. E rimasta attenta in condizioni sfavorevoli, di dominanza scenica. Uno scontro di due entità completamente opposte».

Dazi al 15%, un risultato gramo, commentano gli osservatori.

«A volte per limitare i danni bisogna incassare. La presidente ha puntato all’accordo. Sbaglia chi parla di sottomissione diplomatica».

Articolo di Margherita De Bac per il Corriere della Sera