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Intolleranza e prepotenza fuori controllo

Tutto ciò che sembra limitare la propria libertà diventa un ostacolo e l’altro non viene considerato persona titolare di diritti pari ai nostri. Serve un’educazione al rispetto delle emozioni e dei sentimenti». Pur non entrando nello specifico dell’ultimo episodio di Abbiategrasso, che tanto ricorda le terribili storie che spesso arrivano dagli Stati Uniti, Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia e direttore emerito di neuroscienze all’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, commenta così l’intensificazione degli episodi di violenza anche nelle scuole, che ha indotto il Ministero, già nei mesi scorsi, a garantire la tutela legale tramite l’Avvocatura dello Stato.

«È aumentata l’intolleranza, la prepotenza, la prevaricazione e si nota la scarsità di interesse, quasi di noia, rispetto a questi stessi comportamenti – sottolinea Mencacci -. I dati dicono che un ragazzo su due assiste a episodi di violenza, verbale o fisica, verso gli insegnanti e lo stesso dicasi di altri docenti verso i colleghi. Questa tendenza alla deresponsabilizzazione passa anche attraverso l’indebolimento della consapevolezza delle conseguenze di atti di violenza sulle persone, che può avere molte cause, ma che è segno di degrado socio-culturale e anche di scarsità di opportunità positive».

Al netto di problematiche legate a disturbi della personalità e ai modelli violenti dell’ambiente in cui si vive, resta fondamentale anche il ruolo di videogiochi e social. «In pochissimi anni abbiamo fatto il più grande balzo tecnologico di sempre – dice Mencacci -. Social e videogame riducono enormemente la capacità di relazione affettiva ed interpersonale, perché i rapporti virtuali non sono equiparabili all’addestramento emozionale che il contatto richiede».

Articolo uscito su “Il Giorno” Milano a cura di Federica Pacella. Foto di Alessandro Genitori.