Nuove immagini di sangue, nuove minacce. L’attentato rivendicato dall’Isis a Mosca, il cui bilancio sembra superare il centinaio di morti, alza di nuovo l’asticella della violenza. In un periodo già buio, segnato dalla guerra in Ucraina e dal conflitto a Gaza fra Israele e Hamas, ai venti di guerra che continuano a soffiare nel cuore dell’Europa si aggiunge il ritorno della paura degli attentati.
Che impatto ha sulla psiche delle persone? Il “continuo stato di allerta” ci sta rendendo “sempre più vulnerabili e fragili”, erodendo la nostra “capacità di resilienza”. E quando la tensione si impenna, “assistiamo a un progressivo congelamento. La dimensione che maggiormente deve allarmarci è quella dell’indifferenza, perché qui si perde ancora di più la nostra umanità”. E’ l’analisi dello psichiatra Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf)
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