La felicità non è fatta solo di attimi fugaci, ma è un’abilità che si può coltivare fin da piccoli. Ai genitori il compito, non semplice, di mettere in campo strategie educative che possano farla assimilare ai figli. Articolo di Angela Cotticelli per il Corriere della Sera.
Essere felici è un’abilità che si impara fin da piccoli. Lo psichiatra Claudio Mencacci spiega qual è il ruolo dei genitori e cosa dovrebbero fare e non fare mamma e papà perché i loro bambini siano educati, fin dai primi anni di vita, alla felicità. La felicità non è fatta solo di attimi fugaci, ma è un’abilità che si può coltivare fin da piccoli. Ai genitori il compito, non semplice, di mettere in campo strategie educative che possano farla assimilare ai bambini. Senza dimenticare però che si impara innanzitutto con l’esempio. In occasione della Giornata mondiale della felicità, che si celebra il 20 marzo, i consigli su cosa dovrebbero fare e non fare mamma e papà per insegnarla ai propri figli.
«Insegnare la felicità è possibile ed è un processo che ha molti ingredienti: non è fatta solo di attenzioni, ma anche di strategie per avvicinare i piccoli all’empatia nei confronti degli altri, a sviluppare relazioni sociali sane e consapevolezza di sé- spiega Claudio Mencacci, psichiatra e presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia -. Anche la gratitudine e la gentilezza sono parte della ricetta. Così come autonomia e fiducia in sé. Attivare queste capacità nei bambini, significa aiutarli a sviluppare un atteggiamento positivo verso la vita e a gestire le difficoltà in modo costruttivo». Bisogna mostrare loro come cogliere il lato positivo delle situazioni. Il tutto in modo graduale. Fin dai primi anni di vita il bambino deve poter apprendere l’ottimismo. Un altro insegnamento importantissimo per i piccoli, che è tra i presupposti per la felicità, è la capacità di esprimere le proprie emozioni. Sia quelle positive che negative. Questo facilita la crescita emotiva. È importante che, già dai primi anni, possano prendere in mano la propria vita, diventando con la crescita persone autonome. Naturalmente, anche in questo caso, occorre iniziare in modo graduale.
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