Sono più vulnerabili rispetto ad alcune problematiche psichiatriche, ma la scarsa conoscenza delle differenze di genere si traduce in una pesante disparità.
Ci sono marcate differenze di genere nei tassi di incidenza dei disturbi psichiatrici. Le donne presentano un’incidenza più elevata di disturbi depressivi, d’ansia, alimentari, di stress e bipolari tra i 10 e i 54 anni di età. Gli uomini, invece, sono maggiormente colpiti da autismo, disturbi dell’attenzione e iperattività e da uso di droghe nella fascia d’età 15-54 anni, oltre ai disturbi da uso di alcol in età adulta. Tuttavia, in 10 anni di ricerche, solo il 19% degli studi è stato progettato per individuare differenze di genere e appena il 5% ha considerato il sesso come variabile principale di analisi.
Questo dimostra una persistente sottovalutazione delle differenze biologiche e sociali tra uomini e donne nella ricerca scientifica. Lo rivelano due studi internazionali di riferimento: uno recentemente pubblicato su The Lancet, che analizza i tassi di incidenza e la persistenza delle disuguaglianze nei disturbi psichiatrici su un campione di oltre 4,8 milioni di persone in Svezia, e un altro su Nature, che evidenzia come la ricerca continui a trascurare la variabile di genere nonostante l’aumento della consapevolezza su queste differenze.
Anche questi dati sono stati analizzati al corso di formazione “Colmare il divario sulla salute mentale della donna: affrontare le disuguaglianze nelle cure”, organizzato dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF) e Fondazione Onda ETS (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere) che si è svolto a Milano.